28 marzo
Arrigo Levi direttore de la Stampa in un editoriale propone alcune misure per contrastare l'azione brigatista. La più dirompente è l'elezione di Moro a Presidente della Repubblica. La Questura fornisce in via non ufficiale un elenco di brigatisti ricercati
Eleggere Moro capo dello Stato?
Su La Stampa appare un editoriale del direttore Arrigo Levi dal titolo “Alcune proposte per l’emergenza”. Levi, dopo aver descritto in maniera preoccupante la situazione italiana, avanza una serie di proposte destinate a far scalpore.
La costituzione di un Comitato dei capopartito, del quale faccia parte, oltre ai segretari dei cinque partiti della maggioranza (dc, pci, psi, psdi, pri), anche il segretario del partito liberale, oggi all'opposizione per consultarsi sull'inchiesta e per coordinare tutte le iniziative politiche e legislative necessarie.
Propone inoltre di indire nella città più importanti manifestazioni di solidarietà con astensione totale dal lavoro. Si Ipotizza anche la richiesta di un consiglio d’Europa a Roma e nominare Moro suo presidente. Inoltre i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali dovrebbero dichiarare una tregua di tre mesi per tutte le vertenze.
Ed infine la proposta più dirompente:
Noi pensiamo che il gesto che più di ogni altro potrebbe costituire una categorica risposta al sequestro di Aldo Moro e al «processo alla democrazia» che gli assassini delle Br dicono di voler fare, sarebbe l'elezione immediata di Moro a Presidente della Repubblica. Supponendo che Leone si dimettesse, per rendere possibile l'elezione a capo dello Stato dell'onorevole Aldo Moro da parte delle Camere riunite, i poteri effettivi sarebbero esercitati, nel momentaneo impedimento dell'onorevole Moro, dal Presidente del Senato Fanfani, il quale, secondo noi, dovrebbe istituire un temporaneo comitato di consulenza, anch'esso in seduta permanente, composto dal Presidente della Camera Ingrao, dal Presidente della Corte Costituzionale Rossi e dall'ex presidente della Repubblica Saragat. E' possibile eleggere capo dello Stato persona che, come Aldo Moro, non si sa dove si trovi, e che è oggi impedito ad esercitare le sue funzioni? Nella Costituzione nulla lo vieta: a una situazione straordinaria bisogna rispondere con iniziative straordinarie.
Sulla proposta di Levi, Andreotti scrive nel suo diario:
La Stampa di Torino propone a Leone di dimettersi. Poiché propone anche una sorta di appello all'ONU e di blocco dei contratti per tre mesi, i giornalisti collegano la mossa con ispirazioni di Fanfani e La Malfa, ma non ho alcun riscontro diretto. Di fatto si e trattato di una idea di Arrigo Levi (lo ha detto Trovati a Ceccherini) non accennata prima neppure agli Agnelli.
Fanfani affida alla Voce Repubblicana un suo articolo in cui definisce impraticabile la proposta. Guido Bodrato, sinistra DC, afferma categorico: “La proposta di eleggere Moro subito nuovo presidente della Repubblica non mi sembra politicamente perseguibile nelle attuali condizioni”. Mario Pedini altro democristiano è invece favorevole “alla coraggiosa iniziativa ritenendola il mezzo giusto per rispondere alla sfida delle Brigate rosse e per mantenere viva la mobilitazione degli animi.” Molto critico Fernando di Giulio del PCI: “Nell'affrontare questioni cosi delicate come le iniziative da assumere nel momento, è opportuno da parte di tutti, giornalisti compresi, il massimo senso di responsabilità per evitare di introdurre falsi problemi e di accrescere gli elementi di confusione”
Anche i direttori degli altri giornali si mostrano perplessi. Luigi Fossati direttore del Il Messaggero afferma: "Mi pare che alcune di queste iniziative riuscirebbero in sostanza a complicare ancora di più le cose e potrebbero avere, addirittura, un effetto destabilizzante". Anche Gianni Letta direttore del Il tempo ha molte perplessità: "La proposta e suggestiva e sconcertante. Può suscitare molte riserve sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista della possibilità di realizzazione. Oltretutto, l'impedimento, a mio giudizio, può essere già da se una causa di ineleggibilità". Contrario ugualmente Arturo Gismondi direttore di Paese Sera: "una simile iniziativa avrebbe il risultato di alzare la posta del gioco, offrendo ulteriore forza e peso al ricatto delle Brigate rosse".
Un primo elenco di Brigatisti.
Sui giornali grande evidenza viene data ad un elenco, fornito in forma ufficiosa dalla Questura, di 7 brigatisti presumibilmente presenti nell’azione di via Fani.
Con il passare del tempo si capirà quanto fossero scarse, a marzo 78, le informazioni delle forze dell’ordine sulla struttura delle Br.
Grande rilevanza viene data alla figura di Corrado Alunni, indicato come successore di Renato Curcio, quale nuovo capo delle Br. In realtà Alunni ha abbandonato, insieme con Susanna Ronconi, anche lei nell’elenco, le Br per iniziare l’avventura di Prima Linea. Altro capo del gruppo viene indicato in Prospero Gallinari. Poca rilevanza viene invece data a Mario Moretti, definito solo brigatista della prima ora e killer sanguinario,
Completano l’elenco Enzo Bianco e Orianna Marchionni che risulteranno totalmente estranei all' agguato di via Fani. e Patrizio Peci (che il Corriere della Sera chiama Paolo) anche lui non presente in via Fani ma componente della colonna torinese delle Br.